Se pensate che la guerra si faccia al fronte vi sbagliate: la guerra è nelle famiglie che da Leopoli a Kiev piangono i loro figli e mariti morti in battaglia, la guerra è nella case popolari sventrate dai missili a Bucha, nei sogni infranti dei bambini in fuga su auto colpite dai carri armati, e anche sui due bambini morti oggi con la donna che li accompagnava fra le case popolari e l'ospedale pediatrico della periferia di Kiev. La guerra è lontana solo per i leoni da tastiera... E se c'è un fronte in Ucraina che tutte le sere è sui Tg, quello militare, ce n'è uno dimenticato dai media e dalle istituzioni, ma per fortuna non da Dio: è quello della solidarietà. A Dnipro, il fronte dell'arrivo dei profughi, abbiamo nominato nostro ambasciatore Nicola: sarà la nostra "testa di ponte", la nostra "forza speciale", il nostro "avamposto" nella lotta all'indifferenza e alla miseria prodotta da questa guerra.
La nuova modalità di aiuti in Ucraina: al fronte della solidarietà, al confine fra guerra e follia
Quando è cominciata l'invasione dell'Ucraina siamo stati fra i primi a portare aiuti, subito ai confini polacco e romeno, poi all'interno dell'Ucraina, da Leopoli a Nikolaev, passando per Kiev, Bucha, Odessa, Zaporižžja e Dnipro. Non è la "mission" della nostra associazione, ma non ci siamo voltati dall'altra parte (lo abbiamo detto fin da subito) e non lo faremo. Oggi possiamo dire però di conoscere assai bene le necessità e le strade degli aiuti. All'inizio erano colonne di camion, autobus, furgoni, carrelli, qualunque cosa potesse trasportare aiuti, perché non si trovava nulla o quasi in Ucraina. Oggi la situazione è cambiata: nei supermercati e nei magazzini c'è di tutto, ma le centinaia di migliaia di donne e bambini che fuggono ogni giorno dalle bombe non hanno nulla, non possono comprare nulla, e le associazioni di volontariato faticano a dare a tutti assistenza. Gli aiuti servono, eccome, ma la modalità non può più essere quella delle colonne di mezzi, belle da veder partire, commoventi al loro arrivo, ma assolutamente anti economiche oggi: uno spreco di denaro e di tempo, tranne che per chi ovviamente magari ci lucra. Noi no! Ce lo spiega bene il nostro ambasciatore a Dnipro Nicola.
La nostra missione "Non lasciamoli soli" continua con il nostro Ambasciatore Nicola - nicola@lamemoriaviva.it
Portare aiuti in un centro raccolta forse sembra un gesto più concreto, ed è difficile (ci rendiamo conto) spiegare che ci sono momenti in cui è da fare e altri in cui diventa controproducente. Pensate se oggi in Romagna, colpita dall'alluvione, facessimo arrivare Tir di abiti o alimenti: non se ne farebbero nulla! Subito sono serviti, adesso non più. E lo stesso vale per l'Ucraina, dove gli aiuti servono come e più di prima, ma servono risorse per comprare sul posto alimenti e abiti per le centinaia di migliaia di sfollati. Perché per ogni pacco da 1 kg di pasta del valore di un euro che voi potreste portarci, noi dovremo spenderne due di euro per farlo arrivare in Ucraina. Tre euro che se mandati a Nicola si trasformano in 6 chili di pasta. Così è chiaro!
Questa la situazione dell'emergenza, con gli allarmi aerei e la gente nei rifugi in tempo reale.
Ecco la nostra strada per aiutare mamme e bambini in fuga dalla guerra in Ucraina
Nicola
Con lui tutti i venerdì un collegamento