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11152: la Resistenza di Edith Bruck

Aggiornamento: 12 apr

"La tentazione dell'oblio" è forte, a volte persino inconscia, a volte pianificata nei dettagli. E' una tentazione anche personale, che può lenire il dolore, o illuderci di poterlo fare. Edith Bruch, a questa tentazione, ha saputo resistere. Ultima di sei figli di una povera famiglia ebraica, conosce, fin dall'infanzia, l'ostilità e le discriminazioni che investono gli ebrei. Nella primavera del 1944, a tredici anni, dal ghetto di Sátoraljaújhely viene deportata ad Auschwitz e poi in altri campi tedeschi: Kaufering, Landsberg, Dachau, Christianstadt e, infine, Bergen-Belsen, dove verrà liberata, insieme alla sorella, il 15 Aprile del 1945.

E noi il 15 Aprile, come avevamo annunciato qualche mese fa, faremo uscire qui e su tutti i nostri canali il documentario "La tentazione dell'oblio.11152: la Resistenza di Edith Bruck". 40 minuti da vedere e ascoltare tutto d'un fiato, perché privi di qualsiasi retorica, e sorprendenti, quando Edith svela i suoi sentimenti, quando sa riconoscere l'umanità del nemico e il razzismo del fratello, quando sa di non saper giudicare la sua Kapò e non la denuncia o quando con la sorella divide il pane con i soldati fascisti e li aiutano a rientrare a casa, perché incapaci di odiare. Edith Bruck non è solo una preziosa testimone del passato, è l'esempio di quali devono essere i sentimenti che possono dare un futuro alle genti, di qualunque Paese e di qualsivoglia latitudine.


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