Ad un anno dall'evasione russa siamo andati a Bucha, da Ivan, il figlio di Olga, la vigilessa del fuoco che in collaborazione con l'Associazione Vigili del Fuoco e l'Unione Cechi di Cuneo abbiamo evacuato per poterle permettere le cure che non poteva avere in Ucraina, e che in questi giorni è nuovamente ricoverata all'ospedale di Cuneo per alcune complicazioni e per controlli, perché ci premeva lasciare traccia, avere memoria, di quello che è stato questo anno e di quello che si aspetta la gente che vive al confine nord. Una non breve deviazione (una notte vi viaggio ad andare e una a tornare) nel corso della missione che ha portato e porterà ancora domani aiuti agli "Angeli di Mariupol", gli orfani che ormai abbiamo adottato.
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