Un anno fa cominciava quella che pensavamo tutti fosse una azione estemporanea: una invasione armata e violenta ai danni dell'Ucraina.

Sembrava un'azione dimostrativa, di quelle destinate a scatenare reazioni in tutto il mondo per esaurirsi in nuovi equilibri da cercare nel cuore dell'Europa e non solo.
Invece a distanza di un anno siamo ancora qui a parlare di guerra, di morti, di fronte che cambia, di combattimenti quotidiani, e senza nemmeno lo straccio di una ipotesi di accordo all'orizzonte.

Che cosa facciamo? Cosa avete intenzione di fare, ci avete chiesto in molti. E ci avete proposto serate, fiaccolate, spettacoli di solidarietà , manifestazioni nelle piazze dei Comuni, e tante, tante altre idee, tutte molto belle.
Ma noi non ci saremo, non possiamo partecipare, perché questo anniversario lo ricordiamo tornando dagli "Angeli di Mariupol", nell'orfanotrofio che abbiamo

promesso di non dimenticare, con un nuovo carico di aiuti.
Siamo stati fra i primi un anno fa a portare la nostra solidarietà , ad organizzare le colonne di aiuti quando a muoversi era solo il mondo del volontariato, perché gli Stati stavano a guardare, e a fornire i primi passaggi ai profughi che cercavano un ricongiungimento con i loro familiari o conoscenti in Italia.

Questo anniversario possiamo celebrarlo purtroppo solo come abbiamo cominciato un anno fa: con un carico di aiuti, che è partito in giornata e che arriverà in Ucraina a destinazione solo domenica, perché come sempre abbiamo raccontato (e come un anno fa anche la Rai co una troupe al seguito di una nostra colonna documentava) si tratta di un viaggio lungo e faticoso, non di una vacanza.

Ma è così che vogliamo viverlo ed è così che ve lo racconteremo.