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Progetto di comunicazione nato per rendere viva la memoria di un passato dal quale nasce la nostra storia recente,
che si rivolge principalmente ai giovani chiamandoli all’impegno di raccogliere dal vivo le testimonianze
e tramandarne l’esperienza e gli insegnamenti,
rinnovando la memoria ma con il compito
di renderla attuale e vigile

ucraina

Prima i quasi due anni di pandemia, poi la guerra e la crisi economica: certamente anche di questi temi ci dovremo occupare, ma dobbiamo forse aspettare un po', che diventino memoria, che sedimentino emozioni e problemi.

Ma intanto, potendo ritornare ad operare (e speriamo per sempre) dal vivo, riannodiamo le fila del nostro progetto originario, senza dimenticarci dei tanti amici che a volte anche solo virtualmente abbiamo conosciuto in questi anni e senza dimenticare che nell'emergenza ucraina abbiamo preso un impegno, quello di non lasciare mai solo chi soffre: e lo rispetteremo!

Così ci facciamo in due, a cominciare dai nostri social: 

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70072: la bambina che non sapeva odiare

La storia vera di Lidia Maksymowicz

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La storia vera di Lidia Maksymowicz

Il nostro primo, grande progetto, il docufilm “70072: la bambina che non sapeva odiare. La vera storia di Lidia Maksymowicz”, comincia da lontano, da quando nel dicembre del 2018 al Galicia Jewish Museum di Cracovia la nostra guida e interprete Renata Rychlik ci fa conoscere Lidia Maksymowicz, una signora allora 78enne, una delle ultime bambine uscite vive dalla baracca frequentata dal dottor Mengele ad Auschwitz-Birkenau. Noi eravamo alla ricerca di testimonianze dirette per preparare una guida ai nostri progetti per le scuole volti a far diventare gli studenti “detective della storia”. Storie di uomini e donne che hanno dovuto imparare a convivere con quel che ti lascia dentro, per sempre, l’esperienza terribile dei campi di sterminio.

E finchè Lidia ci ha raccontato la sua esperienza nel campo, dove è stata internata per 13 mesi quando aveva solo 3 anni, e i suoi primi anni di bambina libera ci luccicavano gli occhi, ma la sua sembrava una vicenda come altre che avevamo già sentito. Ma da un certo punto in poi la sua storia è diventata unica, irripetibile, straordinaria non solo per le vicende che l’hanno caratterizzata, ma anche e soprattutto per la lucida analisi e le riflessioni che proprio Lidia fa della sua vita, così crude e al tempo stesso serene, e con un comune denominatore: nessun sentimento di odio o di rivalsa.

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I nostri progetti - Le nostre testimonianze
Our projects - Our testimonials

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Sono stati tanti gli appuntamenti, le iniziative, in Italia e all'estero, che in questi anni, anche se difficili, siamo riusciti a condurre in porto.
La Memoria Viva in Sala Nassirya in Senato

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